"Nella vita nessuno ti regala mai nulla." "Nella vita bisogna andare avanti dritti, senza mai perdersi d'animo."
"In fin dei conti, l'unica cosa che conta nella vita è la famiglia"...
L'elenco potrebbe continuare, potete provare anche voi ad aggiungere frasi analoghe che avete sentito nella
vostra famiglia di origine e che vi sono rimaste "dentro".
Quali sono le "sentenze" sulla vita che i nostri genitori hanno pronunciato molte volte e che abbiamo finito,
anche inconsapevolmente, per fare nostre?
È a volte commovente vedere come persone anche molto anziane ripetono frasi dette dai genitori, con piena convinzione.
Magari sono anche frasi di buon senso, condivisibili, ma la connotazione è sempre specifica e ha lasciato una traccia
nella mente dei figli.
Dietro, a volte, può nascondersi persino una storia familiare consegnata alle generazioni successive senza essere elaborata,
e quindi semplicemente assunta come "dato", un dato non analizzabile né tantomeno criticabile, da cui, soprattutto,
non si possono prendere - se è il caso - le distanze.
Un breve esempio (come tutti gli esempi, certo una semplificazione).
Commenta nonno Alfiero, mentre vede scapparsi via dalle mani l'aquilone con cui gioca con il nipote: " 'Eh, la vita dà,
la vita toglie' diceva mio padre".
Presa così, è una frase sensata. Tuttavia, a conoscere la storia di Alfiero, ci si può vedere dell'altro.
Il padre era molto benestante; ma, quando il figlio aveva appena dieci anni, fece fallimento e si ritrovò praticamente
sul lastrico. La famiglia ne risentì molto, Alfiero fu precocemente adultizzato e costretto a occuparsi delle finanze
familiari.
Grande lavoratore, si è poi professionalmente e brillantemente realizzato, eppure vi sono state difficoltà
in altre aree della sua vita (relazionali), che lo hanno fatto soffrire molto.
Forse, quando si verificavano i suoi personali "fallimenti", Alfiero reagiva infine con quel
"la vita dà, la vita toglie" che - nei momenti di crisi ("la vita toglie") - lo ha certamente aiutato ad andare
avanti con energia e intraprendenza (perché sapeva anche che "la vita dà"), ma che magari, d'altra parte, non gli ha giovato
rispetto all'interrogarsi più profondamente sui motivi di ciò che gli "capitava" e quindi a evitare
che certi traumi relazionali si ripetessero.
Può darsi, insomma, che Alfiero abbia vissuto come ineluttabili "fallimenti" su cui invece poteva "lavorare"
diversamente, per poter modificare l'inflessibilità di quella frase-sentenza che si porta dentro da sempre.
La vita dà e la vita toglie, certo. Ma quale contributo possiamo dare noi affinché la vita non ci tolga troppo
(sempreché non si tratti, ovviamente, di lutti, disgrazie, malattie)?
E come recepirà questa affermazione il nipotino?
Certe frasi che ci si sono impresse dentro possono essere molto potenti. Quando ci si accorge della loro esistenza
(il che non è facile) è sempre utile interrogarsi, analizzarle criticamente. Poi, se sentiamo che ci fanno bene,
possiamo anche continuare ad aderirvi, con maggiore consapevolezza. Se invece non ci fanno bene, è opportuno
cercare di prenderne le distanze.
E quali "sentenze" stiamo trasmettendo, oggi, ai nostri figli? Noi come genitori? Noi come società?
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