Questioni di ritmo - Psicologo Milano Pavia

OGGI


Questioni di ritmo

La nostra vita è scandita da ritmi antichi, di cui oggi siamo sempre meno consapevoli.
I grandi ritmi della Terra: il giorno e la notte, le stagioni...
E poi vi sono i ritmi interni (endogeni), fisiologici, detti "circadiani" perché si ripetono pressapoco ogni 24 ore (dal latino circa diem, "intorno al giorno"). Come descrive Virgilio nel brano che riportiamo in basso, sono ritmi che caratterizzano gli esseri viventi, piante e animali, e consistono in una seria di reazioni metaboliche, fisiologiche e comportamentali che mantengono gli organismi sintonizzati con le variazioni dell'ambiente.

Nelle piante, per esempio, possiamo avere un'alternanza di apertura e chiusura dei fiori (pensiamo alle "belle di notte", i cui fiori si schiudono la notte per attirare gli impollinatori notturni).
Nei mammiferi i ritmi circadiani dipendono dal sistema nervoso centrale e da quello endocrino: sono il ritmo sonno-veglia, quello di secrezione di diversi ormoni, la variazione della temperatura corporea, della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. È grazie a questi ritmi che durante la notte, gli esseri umani dormono per riposare (o ci provano!), mentre la pressione arteriosa diminuisce, il respiro rallenta e così via.
Vi sono anche ritmi scanditi da periodi di tempo diversi dalle 24 ore, come il ciclo mensile mestruale.
I ritmi circadiani e altri sono il risultato di adattamenti evolutivi, hanno quindi alle spalle una storia di milioni e milioni di anni.

I fattori ambientali funzionano da sincronizzatori di quelli endogeni, danno loro il ritmo, appunto.
Fra i fattori ambientali rientrano anche quelli di natura sociale: per esempio la frequenza dei pasti, cioè l'alternanza digiuno/alimentazione (che influenza la secrezione di ormoni).

Dalla Rivoluzione industriale in poi assistiamo a mutamenti tecnologici e sociali molto rapidi che determinano ritmi spesso poco confacenti a quelli fisiologici. Un esempio banale: quando non c'era l'elettricità, moltissimi lavori non si potevano fare, necessariamente si dormiva.

Alcuni esempi della nostra frenetica vita di oggi: prolungare l'orario di lavoro fino a tarda ora e coricarsi tardi; fare turni di notte; dormire poco; saltare i pasti; mangiare la sera tardi; spostarsi rapidamente da un fuso orario a un altro molto diverso; lavorare d'estate come d'inverno...

È intuitivo che i comportamenti appena elencati siano nocivi. Non tengono conto, appunto, dei ritmi circadiani e determinano nel nostro organismo squilibri di vario genere, che danno origine a veri e propri circoli viziosi dal punto di vista fisiologico e quindi a disturbi e malattie (insonnia innanzitutto, ma anche disturbi articolati come la "sindrome del turnista").
È vero che i ritmi circadiani cambiano da persona a persona (ci sono coloro che sono più attivi la mattina e quelli che lo sono la sera), ma tutti vi siamo soggetti.

Se i nostri ritmi vengono ripetutamente forzati, inoltre, ne risentiamo anche a livello psicologico, perché mente e corpo sono un tutt'uno (vedi Mente e corpo): stanchezza, irritabilità, ansia, depressione, calo della libido sessuale...

Inutile dare consigli, in realtà sapete già cosa fare, sempreché vi sia possibile.Ora ne conoscete anche la spiegazione "scientifica".
Il consiglio però è per i vostri bambini e ragazzi, che vanno tutelati. È importante che i loro ritmi circadiani vengano il più possibile rispettati: pasti regolari, a letto presto (ah, il mitico "dopo Carosello"!), attenzione alle giornate calde e così via.


Nox erat et placidum carpebant fessa soporem corpora per terras, silvaeque et saeva quierant aequora, cum medio volvuntur sidera lapsu, cum tacet omnis ager, pecudes pictaeque volucres, quaeque lacus late liquidos quaeque aspera dumis rura tenent, somno positae sub nocte silenti, [lenibant curas et corda oblita laborum]. Virgilio, Eneide, Libro IV, vv. 522-528


"Era notte; e sulla terra i corpi stanchi assaporano un sonno sereno, le foreste e le acque minacciose si danno pace, mentre le stelle han doppiato metà del tragitto, e tacciono le campagne, i greggi e gli uccelli colorati che abitano le lame dei laghi e le brughiere spinose di rovi, composti nel sonno per entro il silenzio notturno [leniscono gli affanni e dimenticano le pene del cuore]."

(Traduzione di Vittorio Sermonti.)


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