Superlavoratori, Attenzione! - Psicologo Milano Pavia

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Superlavoratori, attenzione!

Al giorno d'oggi, vi sono, purtroppo, persone che non trovano lavoro e, d'altra parte, persone che lavorano troppo. Fra questi ultimi vi sono, purtroppo, coloro che non possono scegliere quanto lavoro fare e quanto tempo, invece, dedicare ad altro. Ma vi sono anche "superlavoratori" che mettono più o meno consapevolemente ogni propria energia quasi esclusivamente nel lavoro. Sono spesso professionisti che trovano appassionante e gratificante - anche se magari stancante - quello che fanno. A loro sono dedicate queste riflessioni, basate su osservazioni che poi capita di fare anche come psicologi, in studio.

Un esempio. Bruno è un ingegnere di sessant'anni. Ha un lavoro interessante, che lo porta spesso a viaggiare, ha una moglie e figli ormai grandi, che vivono fuori casa.
Un intervento chirugico lo costringe a rimanere fermo qualche mese, per la degenza in ospedale prima e la convalescenza poi.
Inizialmente è contrariato, poi si rassegna, ma, quando sta meglio, invece di rilassarsi e utilizzare questo tempo per sé, si annoia, si sente solo, si deprime. I figli sono lontani (uno è all'estero), la moglie lavora. Si rende conto di non avere amici, solo conoscenti. Né ha coltivato interessi - che pure un tempo aveva - al di fuori del lavoro.
Si sente smarrito, inutile. Non vede l'ora di poter tornare a lavorare; però la malattia lo ha messo di fronte alla realtà che la sua vita professionale non potrà essere così intensa ancora per tanti anni. Cosa succederà quando arriverà all'età della pensione? Bruno inizia a immaginarsi una serie di giornate vuote. C'è la moglie, certo, con la quale ha anche una buona intesa, ma lei - anche quando terminerà di lavorare - potrà dedicarsi con più impegno a una serie di attività che già svolge: il gruppo di lettura, il volontariato, le amiche.
Anche la prospettiva di occuparsi dei nipoti, se arriveranno, non è concreta, data la lontananza dei figli.
Bruno inizia a rammaricarsi per non aver più frequentato gli amici di un tempo, per aver trascurato lo sport grazie al quale - forse - ora sarebbe più in forma... Ai tempi dell'università faceva anche attività politica, poi ha mollato tutto e tutti, anche se la politica, in effetti, lo ha sempre interessato.

Tutto sommato, però, si rende conto che non tutto è perduto: vi sono ancora tempi di recupero (ve ne sono sempre, ma più avanti si va più è difficile). Bruno ha capacità di relazione, voglia di rimetterle in gioco. Decide di rallentare il lavoro, delegandone una parte a collaboratori più giovani. E riprende a occuparsi di politica, frequentando un gruppo attivo nel suo paese. Riprende a fare qualche viaggio con la moglie, un po' di sport...
La sosta forzata gli è servita a interrogarsi e a modificare, in parte, la propria vita, preparandosi in maniera più previdente all'età più avanzata.

Quando si è ancora giovani, quando si è in forze, spesso non si pensa al futuro, è anche normale. Ma la nostra vita è fatta di fasi diverse, che possono essere, in vario modo, appaganti. Meglio farci un pensiero, prima!


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