L'uomo, animale razionale... limitato - Psicologo Milano Pavia

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L'uomo, animale razionale... limitato

Spesso, si sa, le informazioni dei mass media vanno "a ondate": si verifica un fatto che colpisce l'opinione pubblica e per giorni se ne parla ovunque, associando magari episodi analoghi. Ma può anche capitare che fatti simili passino invece in sordina, o ne se ne parli proprio, perché l'attenzione - in quel momento - è concentrata su altro.
Immaginiamo che i mass media portino alla ribalta un caso di decesso per malaria in Italia. Se - nel momento clou della vicenda - si domandasse per esempio alle persone, quanto sia grave il pericolo per la salute pubblica, esse sarebbero portate a sovrastimare il fenomeno, influenzate dalle informazioni del momento.
È un esempio di "euristica": in questo caso, l'"euristica della disponibilità", una strategia cognitiva che ci porta a stimare la probabilità di un evento sulla base di quanto un ricordo sia ancora vivo ed emozionante, piuttosto che su dati statistici accurati. Ci si basa sull'informazione disponibile, sulla vividezza dell'impressione e, successivamente, del ricordo, giudicando implicitamente che allora il fatto è importante. Ma non sempre è così!

Si narra che, dopo aver compiuto un'importante scoperta, lo scienziato Archimede esclamasse: Èureka! (ho trovato! dal verbo greco eurisko).
La stessa radice ha la parola "euristica": "Aspetto del metodo scientifico che comprende un insieme di strategie, tecniche e procedimenti inventivi per ricercare un argomento, un concetto o una teoria adeguati a risolvere un problema dato. Benché l'uso del termine risalga a Immanuel Kant, la nozione cui rimanda è presente fin dall'antichità". (Dall'Enciclopedia Treccani.)
Il termine è utilizzato anche in psicologia per indicare l'insieme di regole implicite che guidano i ragionamenti che mettiamo in atto nella vita di tutti i giorni e che ci aiutano a orientarci nel mondo: distinguere in categorie, comprendere, risolvere problemi, prendere decisioni.
Lo studio delle euristiche è un aspetto estremamente interessante della psicologia. Nel corso dell'evoluzione, l'essere umano ha sviluppato modi a lui utili, strategie cognitive, per affrontare la complessità di informazioni e situazioni da gestire.

Il primo a introdurre il concetto di euristica fu, negli anni '50, lo psicologo, economista e informatico statunitense Herbert Simon (premio Nobel per l'economia nel 1978 "per le sue pionieristiche ricerche sul processo decisionale nelle organizzazioni economiche"). Negli anni '70 le euristiche furono indagate da due psicologi israeliani, Amos Tversky e Daniel Kahneman (anch'egli premio Nobel per l'economia, nel 2002, "per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d'incertezza"). Ovviamente, gli studi sul tema proseguono anche oggi.

Aristotele definiva l'uomo un "animale razionale". Quanto lo sia, è stato ampiamente dibattuto, in filosofia, in psicologia, in economia e non solo.
Herbert Simon sosteneva che la razionalità umana è "limitata" da vari tipi di vincoli, "esterni" e "interni": la quantità di risorse e di informazioni disponibili al soggetto; il tempo a disposizione; la limitata capacità di attenzione e di calcolo (inteso in senso ampio, come capacità di configurarsi tutte le alternative possibili). E poi, naturalmente, ci sono le emozioni. Insomma, non siamo macchine, né enciclopedie del sapere e nemmeno tanto formati in statistica...
Per questi motivi, gli esseri umani si trovano a giudicare e prendere decisioni non tanto in base a strategie finalizzate a trovare soluzioni ottimali, quanto in base a strategie mentali per loro soddisfacenti.
Se in generale, nella quotidianità, le euristiche sono efficaci (almeno momentaneamente), spesso possono non esserlo e portarci a errori di valutazione, a pregiudizi, ad azioni decisamente sbagliate.

In un mondo in cui le informazioni si fanno sempre più numerose e complesse, conoscere quali euristiche utilizziamo può essere davvero importante per una riflessione critica sul nostro modo di ragionare e agire. Il nostro "ambiente" - reale e virtuale - è costituito da situazioni, eventi, notizie e persone in cui ci siamo imbattuti e ci imbattiamo spesso in modo casuale: nulla ci dice che siano rappresentativi di un mondo ben più ampio e complesso.
Se non occorrono una reazione o una risposta immediate, diamoci tempo. Approfondiamo, valutiamo.
Il problema delle cosiddette "fake news" (false notizie), per citarne uno, è serio e ci riguarda tutti. Sui media, sui social, quante notizie sono ripetute e risultano ampiamente "disponibili", ma magari non sono vere? Tuttavia, alla fine, la loro costante presenza, può indurre anche a credervi...


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