L'amore può durare? - Psicologo Milano Pavia

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L'amore può durare?

Nell'immaginario di ciascuno è sempre vivo il sogno di trovare "la persona giusta", l'"altra metà" con cui condividere una vita di amore.
Una lettura storico-culturale della concezione dell'"amore romantico" potrebbe essere utile, ma l'argomento è troppo ampio per essere affrontato qui.
Limitiamoci a osservare che nel cosiddetto mondo Occidentale da alcuni decenni si sono verificati mutamenti di costume importanti, che hanno avuto ripercussioni anche a livello legislativo, con l'introduzione, per esempio, di leggi sul divorzio.
Quindi, anche restando sul piano immaginario, è stata sancita la possibilità che un'unione – celebrata addirittura con un matrimonio – non sia necessariamente per sempre. E sebbene alcuni, legittimamente (per esempio i cattolici), non la considerino un'opzione possibile, è pur vero che separazioni e divorzi si verificano anche fra loro.

Da tempo, oltre che di "società liquida", si parla anche di "amore liquido": le forme e i modi di stare assieme in coppia, oggi, sono diverse da quelle di un tempo, più mobili, meno definite, variabili.
Spesso ci si "mette" con una persona con convinzione e fiducia, ma passa il tempo, e capita di scoprire che quella persona e quella relazione non sono quelle "giuste" per noi, per come siamo nel nostro più profondo modo di essere (che si evidenzia sempre molto meglio quando si è in una relazione intima con gli altri, non solo con il partner).
A volte ci si innamora di qualcun altro, a volte no, ma mantenere il rapporto è difficile. E allora, talvolta, si decide di lasciare. O si rimane insieme, ma vivendo male, provando e magari facendo provare anche all'altro grande dolore.
Che cosa sta dunque succedendo? Individualismo? Ricerca a tutti i costi del proprio benessere? Dobbiamo rimpiangere i "bei tempi andati"? Si era allora più felici? Non crediamo che la risposta sia questa.

È più proficuo affrontare la questione chiedendosi quali siano le novità caratteristiche dell'uomo/della donna di oggi. Oggi più di un tempo ciascuno di noi "cerca se stesso" e non si limita ad aderire a norme sociali già predisposte (vedi anche l'articolo Perché vi è tanto bisogno di psicologi, oggi). E siccome, appunto, le relazioni fanno parte di noi, la ricerca comporta anche individuare la relazione amorosa che più ci corrisponde.
I problemi stanno forse nel fatto che questa ricerca avviene spesso a livello non del tutto consapevole.
Interrogarsi con maggiore profondità e consapevolezza su "chi siamo" e su ciò che desideriamo dalla vita, da noi stessi, dall'altro, può aiutare a capire se una relazione è buona per noi e se vi siano sufficienti premesse per proseguirla nel tempo.

La cosa migliore sarebbe ovviamente se entrambi i partner fossero in grado di fare questo lavoro su di sé, confrontandosi anche fra loro.
Più di qualunque altra, una relazione d'amore ha bisogno di accettazione delle differenze, dei propri e degli altrui limiti, di grande franchezza, in una prospettiva che sia comunque quella di un progetto da realizzare insieme (che comporti o meno la creazione di una famiglia con figli).
Nel caso in cui si pensi a formalizzare l'unione, buoni corsi – o meglio "percorsi" – prematrimoniali (anche laici) potrebbero aiutare nel cammino verso queste consapevolezze.
Sapendo anche che, comunque, nel tempo, si cambia, almeno un po', e il cambiamento può avere ripercussioni sulla relazione.

Un altro "problema" attuale infatti proviene dal fattore – di per sé positivo – dell'allungamento dell'attesa di vita. Anche in età più avanzata è possibile oggi pensare di "ricominciare", con un'altra persona o da soli.
Approfondiremo queste riflessioni in altri articoli. Ma vogliamo in chiusura sottolineare che il dolore per la fine di una relazione in cui si è creduto è sempre molto intenso, a volte drammatico.
Forse per questo vale la pena di tentare un lavoro su di sé prima che si verifichi una rottura. Eventualmente una terapia individuale o di coppia può essere d'aiuto. Non necessariamente perché la coppia debba rimanere unita: ma perché possa tentare strade che non sono state percorse o, se non se ne trovano, possa giungere almeno a una separazione "sufficientemente buona", che non sia carica di troppo dolore o di troppa rabbia.


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