di Maurizio Lipparini, insegnante di yoga
Ospitiamo qui il contributo di un insegnante di yoga, Maurizio Lipparini, che tocca - brevemente ma intensamente - vari aspetti: sonno, veglia,
io volontario, dualità e unità, meditazione, psiche e corpo. Tutti temi interessanti anche per chi si occupa di psicoterapia e psicoanalisi
(vedi anche Questioni di ritmo).
Perché dormiamo?
È come se la vita diurna fosse una malattia e il sonno la terapia.
In realtà quello che ci squilibra durante la veglia è l'io volontario, che nei tempi lunghi ci porta a fare qualcosa che il corpo non regge.
Durante il sonno profondo perdiamo totalmente il senso dell'io e non vediamo come avviene il riequilibrio.
Nella meditazione zen, sì.
Nel sonetto Alla sera Foscolo scriveva: "... e le secrete vie del mio cor soavemente tieni".
Quello che Foscolo diceva della sera noi lo potremmo dire della meditazione: nella meditazione zen noi vediamo i contenuti della coscienza
amalgamarsi in un sistema armonico e vediamo come tutte le cose siano collegate fra loro nell'unità.
Era il nostro io che ce le faceva apparire separate.
Acquisita questa consapevolezza possiamo tornare fiduciosi alla dualità... fino al successivo "abbiocco"!
Sonetto Alla sera
Forse perché della fatal quïete
Tu sei l'imago a me sì cara vieni,
O sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,
E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all'universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
Questo reo tempo, e van con lui le torme
Delle cure onde meco egli si strugge;
E mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.
Ugo Foscolo, 1803
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